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Conflitti aziendali: come gestire i conflitti in azienda?

In qualsiasi realtà aziendale, anche quella più affermata e ben sviluppata, possono nascere degli attriti tra risolse, per forza di cose nocivi alla salute del business stesso. Statisticamente, in Italia, sembra che i conflitti aziendali nascano molto spesso proprio per mano dei soci, dei manager. Dinamiche che, inevitabilmente, vanno a creare incomprensioni e divisioni con il tempo sempre più pericolose. Ecco perché la gestione dei conflitti in azienda diventa imprescindibile per raggiungere la solidità e l’equilibrio ideale. 

A questo proposito, dunque, come gestire questo tipo di situazioni? Come riconoscere i conflitti e come comportarsi di conseguenza?

Cerchiamo subito di rispondere a queste domande.

Principio di conflitto in azienda

Conflitto costruttivo e Conflitto distruttivo: come distinguere i conflitti in azienda

Qualsiasi conflitto in azienda, sia esso dettato da scomode antipatie o involontarie incomprensione, intacca inevitabilmente sulla produttività delle parti interessate, così come dell’intera azienda. Sì, perché le dinamiche conflittuali in ambiente lavorativo sono molto più di un battibecco. Sono discussioni che, se non stroncate nei modi e nei tempi giusti, posso creare problemi ben più seri. 

In generale, i conflitti aziendali si distinguono in due tipologie:

  • Conflitto costruttivo. Durante una discussione di questo tipo, il focus verte principalmente sul contenuto. L’origine della discussione stessa e il tono utilizzato, al contrario, finiscono in secondo piano. Per questo, la conversazione vuole trovare un punto d’incontro tra le parti, mentre le critiche non sono mai rivolte alle persone coinvolte, bensì al loro operato. 
  • Conflitto distruttivo. È il conflitto più dannoso per l’azienda, poiché va a colpire il livello personale delle risorse con violenza e poca oggettività. Dato il suo impatto nocivo, è imprescindibile riconoscerlo tempestivamente, così da preservare la serenità dell’ambiente.

Come distingue queste due tipologie? Molto semplice. Il conflitto aziendale costruttivo rappresenta, nella maggior parte delle volte, semplici scambi di opinione o feedback lavorativi, raramente tramutabili in scontri verbali accesi. Nonostante questo, è sempre meglio che le parti si interroghino sul perché di quel feedback o parere ricevuto, così da ottimizzare, in qualsiasi caso, l’efficacia effettiva dello scambio di informazioni. Dall’altra parte, quando parliamo di conflitto aziendale distruttivo, non ci sono particolari difficoltà nel riconoscerlo. Piuttosto, il problema vero riguarda il come gestirlo.

Scopriamolo insieme.

Un esempio di conflitto costruttivo aziendale

Gestire i conflitti aziendali: come farlo al meglio?

Una volta identificati, non ci resta che rispondere ad un’altra domanda: come gestire i conflitti aziendali?

Esistono tanti modi differenti, che vanno dal coinvolgimento dei manager, del reparto Risorse Umane, fino all’esperienza di un buon consulente di direzione. Peccato che, molto spesso, le figure coinvolte scelgono l’unica mossa da non fare: Far finta di niente. Purtroppo, anche io ho visto molte aziende fare questo errore. Per questo, ho deciso di fornirti innanzitutto 3 esempi di cose da evitare nella gestione del conflitto.

  1. Sorvolare sulla discussione, passandoci sopra. Come abbiamo anticipato, infatti, fare finta di nulla è un gravissimo errore, capace di aumentare il carico pericoloso durante la discussione successiva (perché sicuramente ci sarà). Non a caso, molti pensano che se un conflitto dura più di 2 minuti, ciò che lo ha innescato affonda le sue radici in altri conflitti passati. In questo senso, è chiaro che diventa più facile affrontare una discussione di cui si conosce bene il problema scatenante, piuttosto che dover ripescare dal passato cause e incomprensioni varie. 
  2. Giudicare l’operato altrui, creando così un conflitto distruttivo. Giudicare è sempre un comportamento negativo, attraverso il quale si cerca solo di far prevalere la propria prospettiva sull’altro. Sommandoci poi un tono comunicativo poco cortese, quasi aggressivo, figlio di stress e giornatacce, è facile intuire quanto lo scontro sia davvero dietro l’angolo. In quel caso, scegli sempre la strada del feedback aziendale, sempre utile e costruttivo, preferendo toni più gentili e pacati. Delle volte basta poco per disinnescare un potenziale conflitto.
  3. Dare tutto per scontato, dalle parole alle persone. Un ultimo aspetto da evitare assolutamente. Cerca sempre di metterti nei panni dell’altro interlocutore, senza dare per scontato che lui sappia com’è andata la tua giornata o che non meriti delle sincere scuse. Ognuno ha il suo punto di vista, nessuno ha completamente torto o ragione. La cosa fondamentale è trovare un’intesa, un punto d’incontro che rafforzi entrambe le parti.
Un conflitto distruttivo in azienda

Come disinnescare o prevenire un conflitto aziendale?

Questi appena elencati sono soltanto tre piccoli comportamenti che, se evitati, possono fare la differenza nell’equilibrio aziendale tra risorse. Su questa linea, possiamo definire altrettante mosse utili per disinnescare o anticipare del tutto la formazione di un nocivo conflitto in azienda. Accorgimenti che ti risulteranno sicuramente preziosi in futuro, a prescindere dal tuo background.

  1. Fai attenzione al linguaggio non verbale. Soprattutto durante periodi di stress, purtroppo, può capitare di esprimersi in malo modo, utilizzando toni più forti di quanto si vorrebbe. Per questo, è molto utile concentrarsi sul non verbale, analizzando il comportamento del nostro interlocutore. Ad esempio, se dovesse urlare contro di noi, ma l’intera postura è volta all’indietro, è molto probabile che non voglia attaccarci davvero. 
  2. Vai oltre il tuo punto di vista. Allargare il cosiddetto frame, ovvero la propria cornice, cercando di immedesimarsi nell’altro, è importantissimo. Un po’ come abbiamo già visto nel punto precedente, appunto, parlando di comunicazione non verbale. Occhio però. Qui non si parla di prospettiva giusta o sbagliata delle parti, bensì proprio di un’analisi oggettiva dello stato in cui si trova l’altra persona. 
  3. Eventualmente, ammetti la tua parte di colpa. Chiunque partecipa alla discussione ha, obbligatoriamente, una sua fetta di responsabilità. Questo a prescindere da chi abbia dato via al tutto. Se lo hai alimentato, in qualche modo, ci sei dentro. Ecco perché è fondamentale non dare per scontato le scuse, così come dicevamo prima. Quando è necessario, ammetti sempre le tue colpe: sarà il primo passo per risolvere il conflitto in maniera efficace e costruttiva. 

Ti è mai capitato di vivere un acceso conflitto aziendale? Da cosa era scaturito? Come lo hai affrontato e risolto? Raccontami la tua esperienza nei commenti!

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