Abbiamo già visto, in un’altra occasione, come la vita e il successo di una realtà aziendale siano strettamente legati al capitale umano dell’organizzazione stessa. E in questo senso, un’ottima gestione del personale potrebbe davvero fare la differenza. Ma da dove iniziare? Il primo passo, utile ad esaltare e valorizzare le tue risorse umane, è sicuramente identificare al meglio le tipologie di collaboratori di cui disponi.
Esistono diversi tipi di collaboratori aziendali. Alcuni in grado di migliorare le prospettive dell’impresa, altri pronti solamente ad ostacolare il raggiungimento degli obiettivi strategici. A questo proposito, distinguiamo due macro-tipologie: i collaboratori difficili, assolutamente da evitare, e i collaboratori alleati.
Da chi sono rappresentate queste due categorie? Quali sono le peculiarità che distinguono le varie tipologie di collaboratori? Non perdiamo altro tempo e scopriamole insieme.
Chi sono i collaboratori difficili?
Gestire un collaboratore difficile, a prescindere dalla sua tipologia specifica, non è mai semplice. Così come per un cliente tossico, infatti, si tratta di una risorsa che, avendo un rilevante impatto negativo sull’intero team, va gestita il prima possibile. Meglio ancora se evitata.
All’interno di questa macro-categoria, possiamo citare due esempi precisi di collaboratore difficile: quello solitario e quello poco produttivo.
1. Il collaboratore solitario
È quello che lavora letteralmente da solo, evitando il lavoro di squadra e qualsiasi tipo di collaborazione. Colui che raramente chiede maggiori informazioni sul da farsi, spesso ignorando consigli e indicazioni utili. Pensa solo a sé stesso ed è fermamente convito di avere un talento unico e raro.
Come gestirlo? Cercando di indirizzare questa sua convinzione, apparentemente dannosa, verso il lavoro di gruppo, a stretto contatto con il team.
2. Tipologie di collaboratori: quello poco produttivo
In due parole: disorganizzato e pasticcione. Colui che risulta essere resistente ad ogni tipo di cambiamento ed iniziativa, sempre alla ricerca di un collega che lo aiuti a rimediare ad un suo errore.
È quello che parla sempre, ovviamente non di lavoro, intaccando così la concentrazione e la produttività stessa del team. È molto bravo a nascondere il suo continuo gingillare, fino a quando non viene scoperto.
Come gestirlo? Reindirizzando la risorsa nella giusta strada, assicurandosi di tenere sott’occhio i progressi che andrà a fare.
Tipologie di collaboratori: chi sono invece gli alleati?
Se da una parte avrai chi ti rema contro, dall’altra potrai apprezzare tutti quei collaboratori capaci di assicurarti alte prestazioni, estremamente professionali e funzionali agli obiettivi d’impresa. Parliamo dei cosiddetti alleati, l’altra faccia della medaglia.
Chi fa parte di questa macro-categoria? Ecco i tre esempi più comuni.
3. Il collaboratore preciso e puntuale
Non ha certo bisogno di grosse presentazioni. Parliamo del dipendente modello, diligente e meticoloso in ogni suo compito. Colui che rispetta le tempistiche prestabilite alla perfezione, fornendo un lavoro sempre al top.
Una risorsa convinta e motivata, in linea con la vision e gli obiettivi aziendali in maniera ottimale.
4. Tipologie di collaboratori: quello analogico, lungo nei tempi ma funzionale
È quel tipo di collaboratore che, seppur lento nel suo operato, riesce ad ottenere degli ottimi risultati. Una risorsa produttiva, sempre a disposizione per qualsivoglia richiesta, che mette un grande impegno in ciò che fa. Non è mai inadeguato o fuori luogo.
Nel bel mezzo dei due estremi, infine, come un diamante ancora da trattare, possiamo citare un altro tipo di collaboratore, anch’esso molto comune nelle realtà aziendali. Di chi parliamo?
5. Il collaboratore timido
Colui che solitamente risulta impacciato, bloccato. Forse per la poca autostima. Quello che davanti ad un interlocutore aggressivo, tende ad assumere posizioni di passività.
Come comportarsi con questo tipo di risorsa? Molto semplice. È fondamentale rassicurarlo, proteggerlo, così che possa risultare più sicuro e determinato nell’esprimere il proprio potenziale, proponendo nuove idee, esprimendo i suoi punti di vista e contribuendo alla risoluzione di problemi. Solo così si potrà ottenere il meglio da lui.
E tu, come gestisci il tuo personale? Vuoi conoscere, nel dettaglio, altre tipologie di collaboratori aziendali?
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