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Struttura divisionale: i principali vantaggi e svantaggi

Definire una solida struttura organizzativa, significa ottimizzare il flusso di lavoro di un’impresa, garantendo così il raggiungimento dei principali obiettivi aziendali. Come abbiamo avuto modo di constatare anche in altre occasioni, infatti, un’organizzazione aziendale impeccabile può fare davvero la differenza. E se la volta scorsa abbiamo parlato di struttura a matrice, oggi ci concentriamo su un’altra tipologia di assetto aziendale: la struttura divisionale.

Quali sono le sue caratteristiche di base? Che tipo di vantaggi e svantaggi presenta? E ancora, quale tipo di aziende dovrebbero adottarla?

Prima di rispondere a questi quesiti, facciamo una rapidissima carrellata sulle principali tipologie di struttura organizzativa più comuni.

Partiamo!

 

Ecco tutti i modelli di struttura organizzativa

I tipi di modelli organizzativi aziendali

Prima di scegliere qualsiasi tipo di modello organizzativo, è necessario partire da un’approfondita analisi. Un processo che permette di adottare l’assetto più funzionale alla nostra impresa, abbassando le probabilità di eventuali scivoloni economici o addirittura fallimenti aziendali.

Come abbiamo visto in un precedente articolo, ci sono 3 principali tipi di struttura organizzativa, ognuna con le sue peculiarità, i suoi pro e contro. In questo senso, distinguiamo tra il modello:

  • Funzionale;
  • Divisionale, sul quale ci soffermeremo in questo articolo;
  • E infine, quello a matrice.

A questo punto, sorvolando la seconda tipologia, che scopriremo meglio nel prossimo paragrafo, ricapitoliamo velocemente le altre due restanti.

La struttura funzionale, ad esempio, di gran lunga il modello più diffuso, si distingue per essere un assetto molto semplice e altrettanto efficiente. In esso, infatti, i processi sono divisi secondo delle funzioni, formando le cosiddette aree strategiche d’affari, ciascuna con un ruolo specifico.

Dall’altra parte, invece, in una struttura a matrice le risorse possono operare su più progetti contemporaneamente, collaborando in un team che persegue un obiettivo comune preciso.  Nel dettaglio, questo modello prevede che ogni attività sia seguita da due figure: il project manager e il manager funzionale.

Terminato questo breve riepilogo del due tipologie rimanenti, non resta che soffermarsi maggiormente sulla terza opzione, la struttura divisionale, analizzando tutti i vantaggi e gli svantaggi che essa presenta.

 

Struttura divisionale: definizione e caratteristiche

Struttura divisionali e i suoi vantaggi

Quando si parla di struttura divisionale, si fa riferimento ad un’organizzazione che opera attraverso divisioni strutturali minori ben distinte, realizzate in base a tre criteri di riferimento:

  • Prodotto
  • Mercati
  • Paesi geografici

Ciascuna di queste strutture più piccole, alla base dell’azienda, è completamente autonoma e a sé stante, organizzata con una propria gerarchia interna. Nello specifico, le strutture di prodotto, ad esempio, mettono insieme risorse che si occupano di creare un prodotto particolare. Inoltre, una certa divisione, che si occupa di un preciso prodotto X, potrà anche collaborare con un’altra per la realizzazione di un prodotto Y o Z.

Altrettanto intuitivamente, una struttura divisionale per mercati opererà sulla base dei mercati, mentre una per aree geografiche, o Paesi, farà lo stesso secondo la sua area di interesse commerciale.

Grazie alla sua capacità di separare settori di business abbastanza vasti, così da facilitarne la gestione, la struttura organizzativa divisionale risulta essere adatta alle grosse aziende, ben estese sul proprio territorio. Se una realtà aziendale volesse iniziare una produzione all’estero, invece, l’ideale sarebbe optare per una struttura a matrice, molto più flessibile.

Al contrario di quanto avviene nella struttura funzionale, infine, il modello divisionale prevede divisioni autonome, ognuna guidata da un manager che può gestire le proprie assunzioni, il budget, la pubblicità, e così via.

 

Struttura divisionale: i principali vantaggi

Una volta che abbiamo fornito una definizione adeguata di struttura divisionale, passiamo all’analisi dei suoi principali vantaggi, capaci di contraddistinguerla dalle altre due sue colleghe. Tra i diversi, sicuramente non possiamo non citare:

  • Lo sviluppo di un forte spirito collaborativo e di una cultura aziendale solida, in grado di rendere maggiormente efficace ed efficiente il lavoro in team;
  • L’opportunità, da parte di una singola divisione, di concentrarsi su un solo prodotto o servizio;
  • La funzionalità di avere una struttura interna per ogni divisione, capace di occuparsi al meglio del processo decisionale, definendo gli obiettivi strategici;

 

Modello divisionali caratteristiche principali

Struttura a matrice: alla scoperta degli svantaggi più rilevanti

Se da una parte questa struttura presenta una serie di punti di forza abbastanza rilevanti, dall’altra c’è sempre l’altro lato della medaglia. Infatti, così come gli altri modelli, anche quello divisionale ha i suoi evidenti contro. Quali? Eccone alcuni:

  • Avere divisioni autonome e a sé stanti, invece di favorire la crescita di una strategia di gruppo, potrebbe incentivare una certa concorrenza tra le parti, ovviamente dannosa per le dinamiche d’impresa;
  • In alcuni casi, una certa divisione potrebbe addirittura ostacolare o pregiudicare l’operato di un’altra;
  • Infine, in una struttura di questo tipo, ci potrebbe essere la possibilità di arrivare alla cosiddetta compartimentazione delle attività, fino ad ottenere una certa incompatibilità tra le sezioni coinvolte.

E tu, hai bisogno di qualche consiglio per migliorare o modificare la tua struttura organizzativa? Eri a conoscenza dei diversi vantaggi e svantaggi di una struttura divisionale?

 

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