Ieri sera, nel bel mezzo di un consiglio di amministrazione, si è intavolato un discorso sui periodi di crisi come valore aggiunto, considerandola la palestra dell’impresa.
Potrà suonare provocatorio, banale, sarà che ho assaporato le troppe crisi aziendali negli ultimi 8 anni ma, per me la crisi sta assumendo una connotazione sempre più ciclica e ripetitiva.
Sto cercando di sostenere che, lo stato dell’arte di oggi sul mercato non è altro che la condizione del MERCATO STESSO. UNO STATO DELL’ARTE che dipinge fedelmente il quadro della situazione che coinvolgerà le imprese da ora in poi.
Il mercato odierno: un agitato mare in cui sopravvivono solo i marinai più esperti
Spesso e volentieri si identificano come crisi le variabili ed imprevedibili condizioni di mercato, poco identificabili ma soprattutto indefinibili.
Al giorno d’oggi si fa sempre più impellente la necessità di conoscere, studiare, monitorare il mercato al fine di riorganizzare la conoscenza sotto forma di preziosi strumenti, atti a creare nuove opportunità.
In questa fase l’imprenditore apprende l’importanza di temprare la propria personalità, sia individuale che aziendale, per prepararsi alle future (e sempre più prossime) oscillazioni di mercato.
Per PREPARARSI intendo, allenarsi adeguatamente. Formarsi e tenersi pronto. Due termini comuni agli sportivi, ai militari, a chi è solito eseguire speciali performance.
Periodi di crisi: l’imprenditore adatta le proprie competenze al mercato che cambia
Sto spingendo i diversi clienti che seguo ad orientarsi sulle nuove realtà, che sempre più condizionano la vita aziendale.
Sono giunti a noi i tempi nei quali l’IMPREDITORE deve necessariamente avviare un nuovo percorso di vita aziendale e professionale. Si deve aprire a nuove metodologie finanziarie, economiche e patrimoniali.
Non c’è nulla di male nell’adottare un cambio di rotta, un riassestamento degli equilibri aziendali, anzi!
Certo, dovremmo molto probabilmente abbandonare l’idea che l’identità aziendale sia una solida realtà e, con un po’ di lavoro, comprendere che Bruce Lee non aveva tutti i torti a suggerirci: “sii come l’acqua”.
L’imprenditore che studia e applica le conoscenze dell’odierno mercato, è spesso colui che non solo sopravvive alle crisi, ma trova perfino il modo per trasformarle in ruggenti opportunità per brillare.
Mi piace lasciarvi con questa riflessione conclusiva, una massima del Buddha, che calza a pennello nei periodi di crisi:
“Il cambiamento non è mai doloroso – solo la resistenza al cambiamento lo è”.