Una delle risorse più importanti della tua azienda. Un fattore essenziale che contraddistingue il tuo livello di competizione sul mercato. Delle volte palese, delle volte nascosto, implicito, ma pur sempre percepito da tutti. Dirigenza, dipendenti e cliente finale. Di cosa parliamo? Ovviamente del know how aziendale.
Un concetto, un mondo intero che, per avere successo, va saputo gestire all’interno dell’organizzazione, cercando un modo per valorizzarlo, preservarlo e diffonderlo al meglio. Non a caso, esiste proprio il cosiddetto Knowledge Management, nato con l’obiettivo di creare un sapere diffuso all’interno della singola azienda. Un’idea che unisca persone, processi e tecnologie.
Ma partiamo dalla domanda fondamentale.
Cos’è il Know How aziendale?
Letteralmente, dall’inglese, è il saper fare. In pratica, il know how aziendale è quell’insieme di competenze e conoscenze che differenziano un’azienda. Tutto quel sapere e quelle abilità pratiche fondamentali per mandare avanti un business, sotto tutti i punti di vista.
Parlando di una conoscenza astratta, o comunque non materiale, molto spesso gli imprenditori entrano in difficoltà nell’identificarla, valorizzarla e comunicarla. Ma oggi, dell’era del digitale, dove tanto fa il racconto dietro un prodotto, il lavoro mentale molto più che manuale, saper definire e promuovere il proprio know how è imprescindibile. Ed ecco che quelle competenze, esperienze, licenze, diritti d’autore, che un singolo o un’azienda mette in campo ogni giorno per svolgere il proprio lavoro, vanno esaltati nel modo corretto.
Anche perché, parliamoci chiaro. Si tratta di un enorme vantaggio competitivo. Forse il più importante. Ovviamente a patto che venga ben identificato e categorizzato. Ma soprattutto raccontato, visto che non esistono formule o schemi precisi da insegnare a terzi.
Proviamo a scendere più nello specifico.
Le categorie
Molti dividono il know-how di un’azienda in quattro categorie diverse e specifiche. Mi riferisco al know how:
- Commerciale. Il know-how commerciale si rifà a tutto quel gruppo di informazioni e conoscenze che un’azienda possiede in base ai suoi prodotti nel tempo, modifiche comprese. Informazioni legate alle richieste dei clienti sul prodotto stesso, ai vari usi, l’ambiente di utilizzo e la resa finale. Tutte ovviamente derivate dall’assistenza clienti e le attività di marketing.
- Tecnologico. Si intende quel grande universo di sviluppo e realizzazione dei prodotti, compresi i procedimenti di ottenimento e produzione. Di solito, il know-how tecnologico si può originare attraverso fasi di sperimentazione o fasi pratiche, a partire dalle informazioni teoriche acquisite.
- Strategico. Tutto quel bagaglio di informazioni che contraddistinguono l’azienda rispetto alla concorrenza. Può essere identificato, ad esempio, nella stessa politica aziendale in merito alle collaborazioni esterne quali eventuali società miste, creazioni di laboratori di ricerca e così via.
- Finanziario. Le informazioni prettamente relative all’attività commerciale e gestionale. Insomma, tutti quei metodi e procedure che agevolano la vendita conveniente e funzionale del prodotto agli esterni.
Il mix di queste conoscenze e informazioni, considerato nella sia interezza, ecco che va a creare il cosiddetto know how aziendale. Un qualcosa di astratto – se vogliamo -, immateriale e spesso non brevettabile, ma comunque tangibile ed estremamente prezioso.
Molti imprenditori mi chiedono: “Come valorizzare il Know-How della mia azienda?”
Succede che tante realtà, grazie a consistenti capitali e ingressi agevolati in particolari settori, si ritrovano ad essere vincenti ed affermate sul lungo periodo senza troppi sforzi. Molto bene, sicuramente positivo, ma spesso manca qualcosa: quella componente intangibile. Quell’immaginario che crea vantaggio competitivo, il patrimonio più prezioso e non sempre tutelato. In due parole, il know how.
Attenzione. Se le risorse esperte, con un grande bagaglio di competenze, non tramandano il loro sapere, questo rimane tale. Parliamo invece di know-how, inteso come patrimonio aziendale, solo se replicabile e tramandabile a tutti, e non ad una cerchia ristretta di persone.
In questo senso, partiamo dalla prima valutazione da fare: il know how esiste davvero?
Non è scontato quanto sembra, perché non sempre è facile identificarlo. Una volta identificato, però, è fondamentale concretizzarlo rendendolo trasferibile e replicabile. Come? Creando manuali, procedure scritte, tabelle o cose simili.
Secondo step: come bisogna gestirlo dal punto di vista legale?
Sicuramente è necessario studiare una concreta tutela attraverso contratti volti alla sua difesa, protezione e segretezza. Solo così un semplice sapere può trasformarsi in un vero e proprio asset aziendale di vitale importanza. Un tesoro tangibile, ma soprattutto tutelabile. Il segreto di una realtà aziendale di successo, pronta a farsi conoscere in tutto il mondo per la sua vera unicità.
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