Ogni imprenditore, in cuor suo, sa bene quanto conti essere competitivi per sopravvivere nel contesto economico odierno. Ma quali sono esattamente gli ingredienti per un’azienda competitiva?
Ebbene, quando si discute di competitività aziendale ci si riferisce quasi sempre ad un sistema complesso di fattori capace di generare valore sul mercato, di cui sono nettamente percepibili l’efficacia e l’efficienza.
La competitività di un’azienda è sempre relativa al suo mercato di riferimento.
Gli attori protagonisti sono le imprese e naturalmente, gli imprenditori sono coloro che si occupano di scrivere la sceneggiatura.
Più volte mi sono domandato cosa volesse dire, in fatti concreti, il termine competitività aziendale. Mi sono dato una risposta complessa perché, tale è, la competitività delle imprese.
Sulla base delle mie esperienze in impresa, essa può essere basata su alcuni elementi, fondanti e accessori. Vediamoli insieme.
Azienda competitiva: i fattori chiave sono:
- il prodotto/servizio offerto dall’impresa, che oltre a avere un decisivo e fondamentale ruolo verso il mercato. Esso deve essere il risultato di ricerca e sviluppo all’interno delle imprese (sono da sempre convinto che buona parte della ricerca e sviluppo costituisca gran parte del successo per le PMI).
- attitudine al rischio. Questo è un altro elemento fondante frutto della capacità imprenditoriale intesa come volontà, esperienza, lucida follia, che poi è la differenza sostanziale tra noi tecnici e gli imprenditori clienti.
- intuizione. Ultimo ma non per importanza, la capacità di intuire, fiutare l’affare, agire a mente fredda e polso fermo. Questa qualità non si acuisce di certo tra i banchi di scuola. La migliore palestra per sviluppare questa preziosa facoltà è l’impresa stessa. Guardatevi intorno, fate una ricerca sui 100 imprenditori che hanno avuto più successo nella storia. Sono pronto a scommettere che ognuno di loro ha affidato gran parte delle proprie decisioni (anche quelle più ostiche) al proprio intuito, il quale spesso e volentieri è figlio dell’esperienza.
In che modo si può acquisire esperienza aziendale?
Fare impresa è sicuramente uno degli ambiti in cui si sperimenta maggior solitudine a livello umano. Lo sanno bene gli sportivi, esattamente come lo sanno gli uomini d’affari, che si estraniano dal mondo durante gli allenamenti che precedono importanti gare.
La solitudine permette all’imprenditore di toccare con mano una varietà gigantesca di aspetti aziendali, di attraversare cime innevate e mari burrascosi, procurandogli inevitabilmente un enorme bagaglio esperienziale.
Tuttavia, quest’esperienza accumulata porta l’imprenditore a ristrutturare la propria azienda con l’ottica di ottimizzare la competitività aziendale. Questa scelta lo lega ad altri fattori accessori (e protagonisti) che lo accompagnano verso il conseguimento di questa impresa.
Parliamo di elementi come l’accesso al credito, il mercato di riferimento, i prezzi, i partner, i collaboratori, il controllo della gestione, la burocrazia.
Se non sei ancora competitivo, non attribuire la colpa alla tua azienda
Sono arrivato alla conclusione che un’azienda competitiva a volte venga più ricercata che prodotta, e che troppe volte sia additata come la prima fonte di insuccesso: “siccome non sono competitivo non ho questi risultati…”, oppure “siccome la mia azienda non lo è, non ho potuto raggiungere i miei obbiettivi…”.
È qui che l’imprenditore si lascia andare e si convince che il suo insuccesso (spesso solo momentaneo) è dettato da fattori completamente lontani da lui e fuori dalla sua portata.
A mio avviso sta a noi tecnici aiutare la classe imprenditoriale a riconoscere e ottimizzare i fattori fondanti sopracitati, per poi parallelamente concentrarsi su quelli accessori.