Business Finance Team, nell’articolo di oggi, si vuole concentrare su un tema che – sicuramente – ti sta molto, molto a cuore. E a noi pure, dato che siamo noi stessi fautori di strategie e di una meticolosa ricerca dell’attività commerciale.
Addentriamoci dunque nel quesito iniziale, e cerchiamo di capire se è l’impresa a lavorare per noi o se siamo noi a farlo per lei.
L’esperienza pregressa di ore ed ore di duro lavoro, ansie, successi e fallimenti, gioie e dolori, affiorerebbe spontaneamente, indicandoci con totale certezza la seconda ipotesi.
Eppure, se dovessimo esprimere un ragionamento suffragato da dati oggettivi, a mio modesto avviso propenderei per la prima.
“La fai facile”, penserete voi. E non vi biasimo, ma capiamo le ragioni per cui sono convinto che sia l’impresa ben strutturata a lavorare per noi, e non viceversa. Facciamo degli esempi attraverso quatto diversi motivi.
1. L’impresa lavora per noi quando il suo intero ecosistema è strutturato in maniera tale che riesce a saldare le sue scadenze, entro i tempi prestabiliti, e secondo gli esborsi (economici e non) previsti.
2. L’impresa lavora per noi quando ci dà quella incredibile soddisfazione di riuscire in qualcosa che ci dà guadagno.
3. L’impresa lavora per noi quando, dopo aver pagato gli stipendi ai dipendenti e reso tributo allo Stato, restituisce un’abbondante ricompensa a colui che l’ha creata.
4. L’impresa lavora per noi solo se prima lavoriamo noi per lei. Con questa affermazione, intendo dire che per garantire che l’impresa sia al nostro servizio ci dovrà essere un vicendevole scambio di responsabilità, opportunità e scelte finalizzate all’attività commerciale, allo sviluppo e al controllo.
Pensate al rapporto con la vostra impresa secondo il principio universale del dare-avere, o come il saldo di un conto corrente, o perché no, come una vera e propria relazione: se da entrambe le parti non si sopperisce alle necessità entrambe le parti non godranno di alcun valore aggiunto.
